Roberto Carlos Pacheco Villanueva, è stato assassinato venerdì 11 settembre, nella regione di Madre Dios in Perù. Roberto Carlos era figlio di Demetrio Pacheco Villanueva, titolare di una concessione forestale nel cuore dell’Amazzonia peruviana, lungo l’”autostrada Inter-Oceanica” non lontano dalla città di Puerto Maldonado.
I responsabili del delitto sono presumibilmente degli invasori di terreni legati all’abbattimento illegale di legname.
Lui e suo padre erano stati minacciati più volte dal 2012, quando iniziò l’invasione dei loro territori. Due proiettili, uno alla testa e l’altro all’anca hanno posto fine alla vita di Pacheco Villanueva, il quale, in più di un’occasione, insieme al padre, aveva denunciato di essere stato vittima di minacce di morte da parte di invasori illegali entrati nella sua proprietà.
Il giorno prima del suo omicidio, Roberto Carlos è uscito come al solito per visitare la sua concessione ma questa volta non è tornato a casa. Preoccupati per la sua scomparsa, due delle persone che lavoravano con lui e suo padre sono andati a cercarlo. Purtroppo, lo hanno trovato morto.
Secondo le informazioni della polizia, il corpo era localizzato su un sentiero di accesso a una proprietà agricola situata al chilometro 356 dell’autostrada interoceanica Urcos-Iñapari, a circa due chilometri da questa strada principale. Nelle vicinanze hanno trovato un veicolo arancione, senza targa e senza numero di telaio.
“Qui stai sprecando il tuo tempo, sei tu quello che deve sparire da qui”, è stata l’ultima minaccia che Roberto Carlos Pacheco ha ricevuto nell’aprile di quest’anno. Suo padre la ricorda molto bene e l’ha citata in un’intervista a Mongabay Latam. L’intimidazione proveniva da un gruppo di circa sei persone che, lo stesso Roberto Carlos aveva trovato all’interno della sua concessione, dopo che lui li aveva richiamati per aver abbattuto degli alberi all’interno dell’area.
La famiglia Pacheco è concessionaria, dal 1995, di un’area di foresta amazzonica di 842 ettari. Il terreno viene utilizzato da loro per la raccolta della noce amazzonica, che permette di utilizzare le risorse della foresta senza intaccarne l’ecosistema. Si tratta di una pratica sostenibile che permette ai concessionari di avere sostentamento economico. Questo però non basta per mettere al sicuro la foresta, infatti i Pacheco dal 2012 hanno eseguito almeno 8 segnalazioni di deforestazione alle autorità.
Demetrio Pacheco, durante questo periodo è divenuto vicepresidente del Comitato di Gestione della Riserva Nazionale di Tambopata, composto da un gruppo di ambientalisti e proprietari di concessioni forestali situate nella zona cuscinetto di questa area protetta. Da anni tutti qui, si devono in qualche modo confrontare e difendere dal disboscamento illegale, dalle attività minerarie illegali e dalle invasioni di terre.
Le minacce e gli attacchi contro la famiglia Pacheco sono stati costanti. Nel 2017, Roberto Carlos Pacheco è stato picchiato e minacciato con un’arma e un machete. Nello stesso anno gli hanno puntato in bocca una pistola e hanno distrutto i suoi effetti personali. In un’altra occasione hanno lasciato un proiettile sul tavolo della loro sala da pranzo.
Pacheco ha chiesto protezione per la sua vita alla Prefettura di Puerto Maldonado, solo in un’occasione nel 2017, ma non ha mai ricevuto aiuto. Come lui tanti altri concessionari in questi anni sono stati e vengono minacciati.
In questo momento, mentre l’attenzione mediatica è concentrata su altri temi (COVID-19), gli invasori danno fuoco, distruggono la foresta e la vita in essa (vita vegetale, animale e anche umana), approfittando della situazione attuale. Tutto ciò è molto grave. A livello politico il tutto si ferma a qualche tweet senza far seguito ad azioni concrete.
Roberto Carlos Pacheco Villanueva, non è il primo attivista per la protezione della foresta che viene assassinato: solo dal 2002 al 2017 sono state uccise ben 1.558 persone in difesa dell’ambiente in 50 stati differenti. È un trend che non si sta affatto arrestando.
Questa tragica morte colpisce in particolar modo noi di Simbio e Tejiendo Sonrisas, nostri partner con cui diamo vita al progetto di conservazione della foresta amazzonica proprio nella regione di Madre de Dios.
Proprio per la vicinanza delle persone e dei luoghi dove Save the Rainforest viene attuato (Tejiendo Sonrisas in particolare aveva avuto modo di conoscere Roberto Carlos) Simbio si unisce alla famiglia Pacheco per la perdita di Roberto Carlos, cosi come si unisce a loro nell’azione per la continua conservazione dell’ecosistema forestale amazzonico, così prezioso e del quale TUTTI dovrebbero preoccuparsi e dare il proprio contributo per la sua salvaguardia.
Vi invitiamo a informarvi seguendo i nostri canali e l’associazione Tejiendo Sonrisas per conoscere quello che succede nella foresta e quali possano essere le soluzioni per coesistere con essa senza distruggerla.
Nonostante tutto, Salvare la foresta è possibile! SAVE THE RAINFOREST!
Fonti:
La Repùblica. “Madre de Dios: denuncian que continúan amenazas de muerte a ambientalistas por parte de la minería illegal”. Ultima consultazione il 18/09/2020.
The Guardian. “Environmental activist murders double in 15 years”. Ultima consultazione il 18/09/2020.
Mongabay Latam – Periodismo ambiental indipendente. “Perú: asesinan de dos balazos a defensor ambiental en Madre de Dios”. Ultima consultazione il 18/09/2020.
Guido Scaccabarozzi
Guido è ingegnere ambientale e si occupa di Sustainability Management per Demetra ed è Fondatore e Direttore di SIMBIO. Dal 2012 è referente per l’associazione del progetto di conservazione produttiva nell’Amazzonia peruviana che ha avuto modo di conoscere durante tre missioni. Nell’ultimo di questi viaggi di ricerca è nato il progetto Save The Rainforest.